Buildings have feelings too! è un videogioco gestionale sviluppato da Blackstaff Games e pubblicato da Merge Games e Maple Whispering. Nei panni dell'hotel Via di Mezzo, un edificio ambizioso ma pronto ad aiutare gli altri, dovremo cercare di far sviluppare la città senza però dimenticarci che anche i nostri compagni edifici hanno sogni, speranze e paure.
Sebbene la grafica cartoonesca e la musica allegra possano, di primo acchito, farci pensare a un gioco allegro e spensierato, è proprio dalla prima cutscene che ci rendiamo conto di quanto Buildings have feeling too! sia un gioco tutt'altro che felice: il Vecchio Pete, il cantiere navale, viene demolito per fare spazio agli edifici più moderni, e questo provoca nei suoi amici (la Fabbrica di Lino, il Magazzino e la Vecchia Banca) un profondo sconforto: è solo questione di tempo, prima che gli addetti alle demolizioni arrivino a loro?
Impersonando il piccolo e ambizioso hotel Via di Mezzo, dovremo cercare di far fronte alla modernità che avanza, ma senza dimenticare che anche gli edifici hanno sentimenti. Cercando di accontentare le loro richieste e rendere reali i loro sogni, sarà nostro il compito di far progredire la città… e, a volte, demolire chi ormai non ha più niente da dare, come fu per il Vecchio Pete. Demolire gli edifici ormai in rovina sarà sempre una sofferenza, soprattutto se si guarda il loro viso sconfitto poco prima della distruzione che li porterà all'oblio. E così, mentre si ascolta il Pescivendolo che cerca di far funzionare il porto coi suoi modi schietti e diretti, o l'Opera House che melodrammaticamente si lamenta delle nuove generazioni che preferiscono il cinema al teatro, dovremo decidere le sorti degli edifici che, a mano a mano, impareremo a conoscere, gettando le basi per una città sempre al passo con i tempi.
Come detto, ogni edificio ha sogni, aspirazioni… e richieste specifiche. L'appeal del quartiere è la somma di quelli di ogni singolo edificio, rappresentato da cuori rossi. Per poter crescere, e raggiungere le tre stelle, ogni immobile ha necessità di accumulare appeal: per farlo, bisogna soddisfare le loro "richieste di vicinato". C'è da fare attenzione, però: mettere l'edificio sbagliato come vicino abbasserà l'appeal, che se dovesse arrivare a un valore negativo potrebbe portare, alla lunga, alla chiusura dell'attività, costringendoci a demolire l'immobile, se non lo si sposta in tempo in un luogo a lui più consono.
Perché sì, non si costruisce solo: tutti gli edifici sono dotati di gambe e braccia, così che possano muoversi, oltre che parlare. Ed ecco che, se ci accorgiamo che le stanze in affitto si lamentano un po' troppo della puzza di pesce e vogliono poter comprare verdure fresche, potremo chiedere al pescivendolo di fare cambio di posto con il negozio di frutta e verdura. E se il teatro proprio non riesce a sopportare l'idea di vivere accanto al cinema, possiamo prendere quest'ultimo e portarlo vicino agli uffici degli scrittori, chiedendogli gentilmente di spostarsi qualche spazio più a destra o a sinistra.
Costruire, ristrutturare e assegnare attività commerciali saranno possibili grazie ai mattoncini dorati, ovvero la valuta del gioco: ognuna di queste funzioni avrà un costo, che ci verrà restituito in caso di demolizione dell'edificio. Se ci si gestisce bene lo spazio e si è oculati nelle costruzioni, non si resterà mai a secco: il raggiungimento degli obiettivi, infatti, darà mattoncini come ricompensa, permettendoci di guadagnarne sempre di più e poter, così, rendere il quartiere sempre migliore.
Nonostante le diverse costruzioni possibili e gli edifici con i temperamenti più disparati, Buildings have feelings too! può risultare, alla lunga, un po' ripetitivo: dopo un'iniziale sorpresa nel vedere un mondo fatto di mattoni e malta che parla e si muove, ci accorgeremo che gli obiettivi da portare a termine saranno, bene o male, molto simili tra loro. Il nostro compito è sempre lo stesso: arrivare nel quartiere, risolverne i problemi, renderlo sempre più bello con edifici sempre più nuovi e, una volta finito, passare a quello successivo. La forza di questo gestionale sta, principalmente, nei suoi personaggi: nessuno vuole vedere il pub storico chiudere i battenti, no?
Purtroppo, sebbene il gioco sia disponibile in diverse lingue, non ha una localizzazione italiana: questo potrebbe risultare un po' limitante, nel nostro paese, soprattutto perché le cose da fare e a cui prestare attenzione sono molteplici e, senza una buona conoscenza della lingua inglese, potrebbe risultare un po' ostico da affrontare. Se si riesce a superare la barriera linguistica, però, Buildings have feelings too! può portare diverse ore di divertimento e soddisfazione: vedere il quartiere crescere e sapere che è stato tutto merito nostro riesce a donare un senso di appagamento davvero molto piacevole. In conclusione, Buildings have feelings too! è un gioco divertente, con una grafica rilassante e una storia che, se si presta la dovuta attenzione, risulta molto più profonda di quello che ci si aspetta.
Buildings have feelings too! è disponibile su Steam, PlayStation4, Xbox One e Nintendo Switch.